25 ottobre 2021

Nel poco tempo che mi resta dopo aver fatto il nonno (e le altre cose necessarie per vivere) stavo cercando di leggere in questi giorni qualche articolo sui sistemi complessi, sollecitato dall’interesse per il conferimento del premio Nobel a Parisi. Ho in biblioteca qualche vecchio libro, acquistato negli anni ’70, quando questo campo di studi si stava creando uno spazio proprio; libri dedicati più che altro allo studio dei sistemi dinamici, o alla meccanica statistica o ai sistemi caotici. Ma è roba troppo tecnica, impossibili da rileggere nei ritagli di tempo. Così ho cominciato a cercare qualche articolo divulgativo in Internet, ma non ho trovato molto di facilmente accessibile (in italiano). Il meglio sono forse alcuni articoli di Pietro Greco (grande divulgatore e collaboratore di Radio3 Scienza) che si trovano qui (e nelle pagine linkate da questo articolo, mentre un articolo a un livello molto più alto si trova qui).

leggendo un po’ di questi articoli mi sono reso conto che la cosa più difficile, almeno in partenza, è proprio spiegare cosa si intende per “sistemi complessi”. Cosa è la complessità? E’ una domanda cui anche gli esperti faticano a rispondere in modo esplicito e univoco. In genere chi se ne è occupato anche solo un poco sa riconoscere dei sistemi complessi quando li incontra, ma è in difficoltà a dare dei criteri generali per riconoscerli.

Ieri, mentre ero in bagno e la lavatrice stava funzionando, è entrata Clelia e mi ha chiesto se avevo messo al suo posto la macchina, specificando che il giorno prima si era spostata da sola dalla sua posizione originale fin quasi al centro del locale (che è comunque piccolo). Insomma: la lavatrice tende ad andarsene in giro in modo imprevedibile. Qualche volta si sposta e qualche altra no, senza che si capisca il perché. Ieri non si era spostata, anche se le condizioni iniziali (posizione di partenza, peso del carico, scelta del programma di lavaggio) sembravano le stesse del giorno precedente. Come mai? Impossible dare una risposta precisa perché la lavatrice è un sistema complesso. E’ una macchina piuttosto complicata e soggetta a vibrazioni che derivano dalla rotazione rapida del cestello; una anche una minima variazione del peso o della distribuzione della biancheria nel cestello determina un diverso regime di vibrazioni e queste si trasmettono alla scocca della lavatrice e da qui al pavimento, così che la lavatrice vibra e saltella in modo imprevedibile. Questa, per lo meno, è la possibile spiegazione fisica del fenomeno. Impossibile descrivere e prevedere nei dettagli, con una equazione di moto, il comportamento della lavatrice, ma anche se fosse possibile scrivere questa equazione di moto, sarebbe inutilizzabile per fare previsioni precise su cosa farà la lavatrice, perché è impossibile misurare con sufficiente precisione la distribuzione dei pesi nella lavatrice, i flussi dell’acqua che entra e che esce in ogni istante, le condizioni di attrito sul pavimento e tutti i parametri fisici da cui questa equazione si troverebbe a dipendere. Ina altri termini: la complessità della macchina e la variabilità delle condizioni iniziali, rendono il sistema imprevedibile e, in tal senso, complesso.

Ma questo è solo il primo livello della complessità. Un livello che riguarda sistemi “meccanici” che non sono animati. Se io mi appoggio alla lavatrice mentre funziona e cerco di tenerla in posizione, reagendo ad eventuali spostamenti con una forza contraria che si oppone allo spostamento, il mio sistema nervoso che riceve i segnali di spostamento e che reagisce ad essi dando ordine ai muscoli di opposti forma, assieme alla lavatrice, un altro sistema complesso il cui comportamento è completamente diverso da quello della lavatrice da sola (ance da quello del mio corpo da solo quando non è attaccato alla lavatrice). Il sistema complesso formato dalla lavatrice che tende a vibrare e da me che reagisco è qualcosa di più della somma dei due soggetti coinvolti, ed è un sistema che ci appare più complesso della sola lavatrice.

A un livello ancora più alto c’è il sistema formato dalla lavatrice inserita nel nostro contesto famigliare. Sappiamo che potrebbe andare in giro e cerchiamo di evitarlo, ma evidentemente nessuno di noi è disposto a stare appiccicato alla lavatrice per opporsi alle sue vibrazioni caotiche, così succede che ogni tanto qualcuno le dà un’occhiata e se si è spostata cerca di riportarla in posizione, ma non sempre lo facciamo in modo efficace e a volte lei se ne va in giro. In questo caso il sistema è formato dalla lavatrice, e da diverse persone che hanno tra loro e con l’ambiente (lavatrice compresa) relazioni complicate e che, soprattutto, sembrano dotate di libero arbitrio in base al quale decidono se dedicarsi alla lavatrice o meno. E questo libero arbitrio pare proprio un altro elemento imprevedibile.

Si potrebbe salire ancora di livello, pensando alla nostra struttura sociale e produttiva che produce questo tipo di lavatrice che vibrano in modo caotico, ma fermiamoci pure qui. Il punto è: è possibile cercare delle leggi generali che valgono per classificare, capire e magari dominare i comportamenti di questi diversi sitemi? Insomma: questo sistemi complessi hanno qualcosa in comune? Questa è la questione che Parisi ha studiato, cercando di dare una risposta (fin dagli anni ’70) e i metodi matematici che ha sviluppato si sono dimostrati efficaci per alcuni tipi sistemi complessi. Ma ancora non c’è una risposta precisa a quale sia la differenza tra i diversi tipi di complessità né se sia possibile trovare delle regole comune comuni ai vari livelli.

10 ottobre 2021

Domenica a casa senza nulla da segnalare.La notizia del giorno è l’assalto alla sede della CGIL a Roma da parte di fascisti che guidavano una manifestazione di No-greenpass. Decisamente una brutta cosa. Oggi c’è stato qualche arresto e si sono alzate voci che chiedono la messa fuori legge di Forza Nuova e movimenti simili ma, a quanto pare, ieri la polizia ha perlomeno sottovalutato questi individui. Ora vedremo se la magistratura saprà intervenire.

Quel che preoccupa è che a queste manifestazioni hanno partecipato parecchie migliaia di persone, convinte, a quanto pare, che le misure di contenimento della pandemia siano inutili. Certo siamo tutti stanchi di queste misure e vorremmo smetterla con i divieti, e i dati che indicano una forte riduzione nella diffusione del Covid e nei ricoveri e morti, inducono a credere che un allentamento dei queste misure sia ormai possibile e auspicabile. Ma il virus continua a circolare anche qui da noi e probabilmente circola sia tra i non vaccinati, dove fa più danni, che tra i vaccinati, anche se con una incidenza molto inferiore e danni molto più contenuti. Per ora quindi bisogna continuare ad usare molta prudenza. Una analisi della situazione si trova in questo articolo.

Sullo stesso sito di Scienzainrete si trova anche un bell’articolo sul premio Nobel a Giorgio Parisi, con alcuni rifermenti ad altri articoli in cui si raccontano le ricerche sui sistemi complessi che hanno motivato il premio. Un altro articolo facile da leggere si trova qui.

Volevo concludere questo diario con un po’ di musica, visto che manca da un po’ di giorni e Clelia mi ha suggerito Little Steven, che dovrebbe essere a Milano in questi giorni presentare un suo ultimo libro. Era il chitarrista di Springsteen ma anche un bravo solista e questa è forse la sua canzone più famosa, risalente a diversi anni fa, quando il nostro era giovane e dal fisico leggero. Va ascoltata impostando i sottotitoli con la traduzione in italiano, almeno per me che questo inglese non lo capisco proprio. Così si capisce che, oltre che un grande musicista è sempre stato un uomo politicamente impegnato e schierato. Quest’altra è una canzone molto più recente, con il fisico più pesante ma lo stesso impegno politico.

5 ottobre 2021

Oggi è arrivata la notizia che il premio Nobel per la fisica è stato assegnato (per metà), a Giorgio Parisi, per i suoi studi sui sistemi complessi. Cioè sistemi il cui comportamento può essere molti difficile da prevedere e può diventare caotico, anche se a determinarne l’evoluzione sono delle leggi fisiche precise e a volte anche molto semplici. Si tratta di sistemi che si trovano ovunque attorno a noi e che spesso non stiamo nemmeno o cui non attribuiamo nessuna importanza. Un bambino che gioca gettando terra manciate di chicchi di riso e li sta a guardare, sta facendo esperimenti su come quei chicchi si dispongono: una disposizione del tutto casuale o c’è qualche regolarità? Scoprirlo è un problema niente affatto banale che ha a che fare con il comportamento del sistema complesso dei chicchi, soggetti alle forze di caduta e di urti tra loro. Questo è solo un simpatico esempio, ma il problema di capire come si passa dall’ordine al caos e viceversa è presente in tutti campi: dalla meccanica alla biologia, alla sociologia. E Parisi è uno dei fisici cha hanno maggiormente contribuito a trovare metodi per analizzare questi tipi di problemi.

Il suo nome è comparso in queste pagine circa un anno fa, nel diario del 13 novembre 2020, a proposito della richiesta di trasparenza sui dati dell’epidemia da parte dell’Accademia dei Lincei, di cui Parisi era presidente. In diverse occasioni si è occupato di analizzare i dati della pandemia, mettendo disposizione la sua esperienza nella lettura e organizzazione dei dati. Una intervista che a rilasciato pochi giorni fa, in cui offre qualche riflessione su come sta andando ora la situazione, si trova qui.

L’altra metà del premio Nobel (circa 900 milioni in totale) se la divideranno il giapponese Syukuro Manabe e il tedesco Klaus Hasselmann, due fisici che hanno contribuito alla sviluppo dei modelli che studiano il cambiamento climatico, cioè un tipico caso di sistema complesso.

13 novembre

Oggi giornata con la piccola Nora in modalità iperattiva. Per fortuna è venerdì e i prossimi due giorni possiamo ricaricare le batterie restandocene tranquilli casa, anche perché non possiamo fare altro vista la situazione lombarda. Negli ultimi giorni si sono susseguite notizie di qualche segnale di miglioramento nella diffusione del virus, ma mi sembra che sia troppo presto per farci davvero affidamento. Sappiamo bene che ci voglio due o tre settimane per capire se i provvedimenti presi producono qualche effetto, seguire i dati giornalieri in modo convulso è inutile e inutilmente stressante.

Peraltro la qualità dei dati resi pubblici continua ad essere discutibile. Una buona notizia è che qualche giorno fa è stata siglata una convenzione tra l’Istituto Superiore di Sanità e l’Accademia dei Lincei per collaborare allo sviluppo di modelli che analizzino l’andamento dell’epidemia e l’impatto sul sistema sanitario nazionale. Non è ben chiaro se questo significa che finalmente le istituzioni renderanno pubblici in forma disaggregata e utilizzabile, tutti i dati di cui dispongono e che finora sono stati spesso trattati come riservati. La richiesta era stata avanzata qualche settimana fa da Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia dei Lincei (vedi il diario del 29 ottobre) e finalmente sembra che sia stata accolta. Certo è sorprendente che ci siano voluti più di otto mesi dall’inizio della pandemia per arrivare a questo accordo, e ancora non si sa se davvero le procedure di comunicazione dei dati sono state attivate in modo efficace. Per ora in rete c’è solo l’impegno formale a collaborare, ma nessuna fonte di dati che contenga nuove informazioni, più analitiche e affidabili di quelle disponibili finora. Eppure queste sarebbero indispensabili per capire se le misure proposte settimanalmente dal Governo, con la suddivisione in tre aree di rischio delle regioni, siano ben fondate e come eventualmente andranno aggiustate. Sapere quali sono le attività più a rischio o quali le modalità di diffusione più invasive sarebbe indispensabile per affinare i modelli e decidere quali misure è meglio attuare. Anche perché, come spesso abbiamo notato, i modelli non sono completamente affidabili e le indicazioni che danno devono essere continuamente verificate e validate. Vedremo quindi nei prossimi giorni se cambia davvero qualcosa nella comunicazione dei dati e se le indicazioni di un miglioramento della situazione sono affidabili o no.

29 ottobre

Dopo il tramonto, poco prima della fine del crepuscolo, Marte è sorto nella solita posizione e in poco tempo si è trovato immerso nell’alone della luce lunare che illuminava gli abeti, erti come un pelo gigante sul crinale della montagna. Per pochi minuti gli abeti si sono stagliati come sagome scure illuminate da un potente faro e poi la Luna è sorta, inondando di luce anche i prati circostanti la pineta cil suo disco luminoso e quasi pieno si è mostrato un paio di gradi a sud di Marte, che splendeva, sia pur ridimensionato, sopra di essa. Ci siamo goduto lo spettacolo prima di rientrare definitivamente in baita, accendere il camino e preparaci per una cenetta e una padella di caldarroste.

Questa mattina siamo scesi ancora a valle, mentre qui proseguivano i lavori, che dovrebbero terminare domani. Nel pomeriggio Clelia ha fatto un giro sul vecchio sentiero che percorrevamo i primi tempi per venire in baita, quando ancora non c’era la strada che arrivava fin qui e lasciavamo la macchina un paio di tornati più in basso. Era una salita di circa mezz’ora, da fare con in spalla lo zaino con le provviste e lo zainetto in cui stava la piccola Greta. L’altra figlia, Sara che ormai era grande, doveva camminare ma non ricordo che si sia mai lamentata. Lungo il sentiero, che ormai quasi nessuno percorre, Clelia ha fotografato alcuni scorci che ci sono rimasti nella memoria e alcune baite che hanno conservato l’antica struttura.

Sul fronte del Coronavirus ormai è chiaro che siamo nel pieno di una crescita esponenziale dei contagi, dei ricoveri e delle terapie intensive. I provvedimenti presi suscitano molti dubbi, incomprensioni e critiche, come al solito, ma probabilmente sono troppo blandi e in ritardo. Come a marzo sembra che non ci sia una comprensione chiara di cosa comporta questo ritmo di crescita, eppure il confronto con quanto sta succedendo in Francia dovrebbe mettere tutti sull’avviso. Attualmente in Italia sono occupati circa 1500 posti in terapia intensiva su circa 10.000 disponibili, ma i tempi di raddoppio sono di circa 10 giorni. Se continua così tra 10 giorni saranno quindi 3000, e tra 20 giorni saranno 6000 e tra un mese avremo superato, con 12.000 pazienti, la capacipità del sistema. Ma la crisi subentra ben prima ovviamente, quando sono occupati circa un terzo dei posti disponibili secondo gli esperti, e questo è infatti il limita raggiunto in Francia e uno dei motivi che hanno spinto Macron a decretare il lockdown. Continuando così, come abbiamo visto, a un terzo (cioè 3000 ricoveri) ci arriveremo tra meno di 10 giorni, quindi non si capisce di cosa parli, ad esempio, il sindaco Sala, quando dice che a Milano ci sono ancora alcune settimane di tempo prima di parlare di chiusura. Certo anche bloccare ancora l’economia del paese avrebbe gravi conseguenze bisogna trovare un compromesso, ma si dovrebbe farlo avendo ben chiaro, per tutti, quale è la posta in gioco.

In Francia, dove il governo ha deciso di intervenire con limitazioni drastiche, la situazione è un po’ più pesante che da noi, ma noi ci arriveremo tra non molto. Un raffronto dettagliato della nostra situazione con quella francese si trova qui. Non ricordo se ho già segnalato questo sito che merita davvero attenzione da chi voglia stare aggiornato con dati e commenti affidabili e analisi intelligenti. Non a caso e gestito da fisici…e da un fisico di grande prestigio è arrivato pochi giorni fa l’allarme più chiaro si cosa ci aspetta se si continua a non intervenire in modo deciso: l’artico di Giorgio Parisi si trova qui e vale la pena di leggerlo.